domenica 8 giugno 2014

COMUNICATO STAMPA 07-06-2014



COMUNICATO STAMPA

Il messaggio dell’arcivescovo di Campobasso – Bojano S.E. mons. GianCarlo Maria Bregantini
 in occasione della Solennità di Pentecoste. Questa sera Veglia diocesana alle ore 20,30 presso la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, indicata  nell’itinerario di Campobasso per la visita del Papa -5 luglio- come sacrestia  e accoglienza  del Clero e dei Vescovi per giungere al vecchio Stadio Romagnoli per la Santa Messa .

Non siamo soli!

«Siamo tutti bravi a sfogliare i manuali di pietà nei confronti dei poveri. Meno bravi lo si è, invece, nell’accoglierli alle mense delle proprie ricchezze. E non mi riferisco solo agli accattoni o ai barboni. Il mio grido va diretto a quella politica che sta permettendo ancora che la disoccupazione aumenti in modo inaudito e che ancora non è stata capace di mettere fine alla precarietà socialmente divorante. Ci sono poveri ormai che sbucano da tutte le parti. La povertà è diventata uno tsunami che non si riesce ad arginare. Nell’ultimo rapporto annuale diffuso dall’Istat proprio in questi giorni non si legge soltanto questo dramma dei “senza lavoro”, ma si apprende  che l’enorme disagio economico impedisce le nascite e costringe addirittura a scappare dal Paese.
L’Italia rischio cioè di svuotarsi di cervelli necessari e anche di famiglie intere. Mi chiedo allora, cos’è una Nazione che si spopola se non un giardino che nel tempo sta diventando un deserto! Quello attuale è sì un quadro sociale che ci lascia atterriti, ma di certo non disperati. I risultati negativi che riguardano il lavoro registrano in definitiva un fallimento alla base delle scelte non mirate e non risolutive del problema disoccupazione da parte dello Stato. C’è lentezza perché forse c’è un indebolimento difficile da sanare. E questo si avrà finché la politica resta un’utilità e non un servizio. Occorre compiere al più presto questo passaggio provvedendo coscienziosamente ai grandi mancamenti che finora sono stati esercitati sfrenatamente. Tengo sempre a mente le parole di san Francesco di Sales: “L’ufficio di distribuire agli altri fa meritare di ricevere per sé”. Basterebbe ripartire da questo.
La parola chiave oggi, infatti,  è “intercessione”. E’ l’atto di intervenire spezzando le lance negative a favore del bene. Intercedere è armonizzarsi con le parti differenti, è unirle tramite principi positivi. E’ quanto ci insegna la festa di oggi: la Pentecoste. E’ il momento altissimo in cui si comprende chiaramente che “La vita la si trova soltanto donandola; non la si trova volendo impossessarsene”. L’azione vivificante dello Spirito Santo è infatti duplice: illumina e consola. Da una parte il fuoco dell’amore brucia le cose morte, dall’altra l’acqua che purifica e suscita nuovi orizzonti. Ma tutto questo è possibile se lo si invoca come ci ha ricordato la liturgia della veglia di stanotte: “Vieni, Spirito Santo!”. E’ questa Terza Persona della Santissima Trinità che ci rende uniti perché ci coinvolge nel sogno di Dio per l’umanità intera. Come ci ricorda la Gaudium et Spes, al n.26: “Lo Spirito di Dio che, con mirabile provvidenza, dirige il corso dei tempi e rinnova la faccia della terra, è presente a tale evoluzione. Egli che è il principio della creazione delle cose, e anche il principio della sua evoluzione nel tempo”.
E’ lo Spirito Santo che può liberarci con la sua potenza risanatrice da ogni schiavitù morale o materiale. E’ lo Spirito Santo che ci può condurre su strade di giustizia e di pace. Ecco perché voglio recitare con voi tutti, carissimi lettori un frammento di questo celebre inno di Pentecoste del metropolita ortodosso di Latakia, Ignazio Hazim. Certo che lo Spirito Santo che è maestro delle anime nella via della verità e vento di presenza salvifica nell’oppressione, una volta invocato nell’unione mistica dei nostri cuori, riuscirà a sollevarci dal torpore della povertà e a fecondare di grazia e di riscatto il nostro mondo. E’ un invito a credere che non siamo soli, che c’è un Dio che ci assiste e cammina con noi ».
Senza di Lui Dio è lontano,/Cristo resta nel passato,/il vangelo è lettera morta/ la chiesa è una semplice organizzazione,/l’autorità un dominio,/la missione una propaganda,/il culto un’evocazione e l’agire/cristiano una morale da schiavi./Ma in lui il cosmo si solleva e geme/nelle doglie del parto,/il Cristo risuscitato è presente,/il vangelo è potenza di vita,/la chiesa una comunione trinitaria,/l’autorità un servizio liberatore,/la missione è Pentecoste, la liturgia/è memoriale e anticipazione,/l’agire umano ci rende simili a Dio.”

  
L’Addetto Stampa
Rd

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