lunedì 9 dicembre 2013

Convegno: “Igino Giordani: uno sposo verso la santità”

Convegno: “Igino Giordani: uno sposo verso la santità” – Campobasso, 28 novembre 2013.

Testimonianza dei coniugi Giuseppe Santoianni e Carmela Fasciano dell’Associazione Famiglie Nuove del Movimento dei Focolari.
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Carmela. Nel 1976-77 già fidanzati scopriamo un modo nuovo di vivere il Vangelo nella realtà quotidiana di ogni giorno. Questa scoperta ci affascina e incomincia a modificare positivamente la nostra vita. Riscopriamo un Dio Padre che ci ama così come siamo. Attratti da questa vita di donazione, avvertiamo nel profondo di dover mettere veramente Dio al primo posto pronti a donargli anche il nostro fidanzamento e tutti i nostri progetti di vita futura.
Giuseppe. In seguito a ciò siamo stati un periodo senza frequentarci per valutare se Dio ci chiedesse una vita alla verginità. Aiutati da un padre spirituale, che ci ha presentato l’esperienza vissuta da Igino Giordani, abbiamo avuto il dono e il privilegio di conoscerlo attraverso video, scritti e testimonianze di amici appartenenti al Movimento dei Focolari. Ascoltando la sua esperienza e le citazioni “famiglia piccola chiesa” si è delineato in noi la scelta e la strada del matrimonio. Questa esperienza è durata circa cinque mesi da marzo a luglio di quell’anno. Cosa importante è che quel periodo è rimasto come un’ impronta indelebile nel nostro animo. Non come ricordo, ma come segno della presenza di Dio: in modo da saperlo scegliere e riscegliere ogni volta e in ogni circostanza della vita; mettendolo veramente al primo posto e questo ha caratterizzato anche la scelta di vita della nostra famiglia.
Carmela. Dopo alcuni mesi abbiamo deciso di sposarci, prima di ogni altro preparativo comunichiamo a Chiara Lubich la nostra scelta maturata chiedendogli una frase del vangelo come faro per la nostra vita coniugale; dopo alcuni giorni Chiara ci risponde augurandoci di vivere per sempre la parola “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato. (Gv 15, 12)”. Un amico ci comunica dopo che era anche la parola del vangelo che Igino Giordani aveva ricevuto da Chiara.
Giuseppe. La scelta di sposarci non era molto razionale a detta di qualcuno, in quel periodo io concretamente avevo un minimo guadagno come geometra apprendista e Carmela non lavorava, ma in quel passo la scelta di Dio ritornava come abbandono alla Provvidenza. Il matrimonio è stato preparato insieme alla comunità con semplicità ed essenzialità. Ci siamo sposati di pomeriggio con un semplice rinfresco, il fotografo è stato uno dei nostri amici, l’addobbo floreale dell’altare sono state ginestre raccolte nei campi dai nostri amici, senza bomboniere ma un ricordo scritto pieghevole preparato dalla comunità.
Carmela. Dopo il matrimonio la parola consegnataci da Chiara Lubich si incarnava nel nostro cuore. Sebbene non mancassero le incomprensioni e le difficoltà, l’amore tra di noi cresceva gradualmente insieme al rispetto reciproco, e cresceva anche la coscienza che si incarnava sempre più e ci faceva “famiglia piccola chiesa”, quello che Giordani affermava con forza nei suoi scritti e che aveva conquistato il nostro cuore: “Se si vive il sacramento del matrimonio, la famiglia è un tempio, è una piccola chiesa e quello che passa tra moglie e marito è lo Spirito Santo, è lo Spirito di Dio”.
Giuseppe. Per rafforzare questa coscienza ci è stato molto di aiuto la formazione continua che il movimento ci ha dato attraverso punti forza che sono la Parola vissuta del Vangelo; Dio Amore, poiché Dio ci amava così come eravamo e allo stesso modo dovevamo amarci tra di noi; l’Amore al fratello, in ogni fratello c’è Gesù: Gesù in me Gesù in Carmela; Amore reciproco che ci portava all’ascolto, al rispetto reciproco, alla condivisione… punti che ci hanno modellati e fatti crescere nella convinzione che la testimonianza vissuta concretamente con modello Maria, ci rendeva laici migliori, come Giordani affermava con assoluta convinzione e testimoniava mediante una scelta evangelica totalitaria, ed è quella che abbiamo deciso di fare anche noi. In effetti i suoi pensieri, le sue riflessioni, le sue esperienze sul matrimonio, hanno contribuito molto alla nostra crescita personale, di coppia e di tutta la famiglia visto che nel frattempo era nata Mariachiara ed in seguito Nicola e Luigi. Convinti dell’esperienza che stavamo vivendo e del fatto che il confronto e la condivisione con altre famiglie che si sforzavano di vivere come noi ci avrebbe aiutati e sostenuti, siamo entrati a far parte del movimento Famiglie Nuove, fondato da Chiara Lubich in seguito al frutto dell’esperienza di comunione profonda con Giordani e tanti altri coniugati. Intuizione che portò alla nascita di un vastissimo movimento fatto da sposati per dare il massimo frutto al grande sacramento del matrimonio nel mondo.
Carmela. Chiara ne annunciò la fondazione nel 1967 con un discorso che rimane tuttora il manifesto programmatico delle famiglie che abbracciano il carisma dell’unità. Parole profetiche le sue che aprono lo sguardo sull’intero orizzonte delle potenzialità e delle fragilità della famiglia. Rileva la necessità di una formazione umana di sposi e di fidanzati; promuove l’avvio di una produzione letteraria sui temi della famiglia per la diffusione di idee e di esperienze evangeliche. Sotto la spinta dello Spirito Santo, che l’ha fatta penetrare nel mistero di dolore-amore di Gesù Abbandonato – cardine della sua spiritualità -, Chiara si fa una domanda e si dà una risposta: “Quali famiglie preferire? Cercheremo di amare in modo particolare quelle dove si minaccia la separazione, il divorzio, famiglie smembrate da riunire”. Questo discorso fece un’impressione enorme a Igino Giordani, che il giorno dopo indirizzò a Chiara una lettera in cui, tra l’altro, scriveva: “Le tue parole [...] assegnano agli sposi consacrati una missione esplosiva, di riforma del mondo, dando al matrimonio il valore originario di generatore di vita, per il sacramento, sia di corpi che di anime. [...] Il più adatto a ridare un’anima alla società, a ricollegare il mondo alla chiesa”. Giordani è stato il primo instancabile animatore e il primo responsabile del movimento Famiglie Nuove. Nell’aprile del 1980, alla conclusione della sua vita terrena, a chi gli portava il saluto riconoscente dei focolarini sposati e delle famiglie nuove, Giordani illuminandosi rispose: “Questa è la più bella novità della nostra Opera. Sarà la salvezza della società. Il più è fatto, ormai posso andarmene”.
Giuseppe. Abbiamo letto, con grande interesse e passione, il libro della dott.ssa Kim, e abbiamo ritrovato molto ben messo in luce la illuminante esperienza di Igino Giordani e molti sono i punti che vorremmo condividere, ci soffermiamo su un aspetto che per la nostra vita personale e di coppia risulta quotidianamente molto incisivo e determinante: il legame tra Matrimonio ed Eucaristia: due grandi sacramenti dell’amore, lo vorremo fare con alcuni passaggi tratti dal testo: “Il sacramento eucaristico, poiché ci fa uno con Cristo, rafforza l’unità matrimoniale con la grazia soprannaturale” […] “Se c’è Cristo, che è l’Unificatore che vuole fare di tutti uno, c’è anche il Divisore, che tenta di disintegrare di continuo l’opera di Dio, la famiglia. Attingendo alla grazia dell’Eucaristia, il sacramento dell’unità per eccellenza, la famiglia può rimanere unita fino alla fine” (pag. 127).
Una piccola esperienza vissuta circa due mesi fa vuole esprimere questo segno di condivisione piena a quanto sostenuto da Giordani. In seguito ad un momento di contrasto avuto con Carmela per un suo atteggiamento che per me si ripeteva con frequenza, oltre che arrabbiarmi dimostro un tale fastidio per la sua persona che sento di volerla allontanare da me anche fisicamente e gli do una spinta. Una reazione, che da parte mia, non mi sarei mai aspettato e questo mi turba profondamente non riconoscendomi. Rimane tra di noi una freddezza e un distacco senza parole, il giorno dopo andiamo a messa insieme ma io non sento di accedere all’Eucaristia, dopo Carmela subito con un biglietto mi comunica di bruciare tutto e rincominciare, ma io avverto una forte confusione e sento di aver tradito quei valori di rispetto che tanto professo. Resto cosi per qualche giorno pur rimanendo fedele alla messa. Il terzo giorno il vangelo parla della donna affetta da frequenti emorragie che tenta in tutti modi di toccare Gesù per guarire. La parola “toccare” mi scuote profondamente, toccare per guarire, subito torno all’eucarestia proprio con il desiderio di toccare Cristo e guarire. In seguito accedo alla confessione per riconciliarmi con Lui. Per qualche giorno anche se con Carmela il rapporto si era ricucito, l’anima rimaneva ancora indolenzita e confusa, quando una mattina, avverto come una luce dentro: “te l’ho affidata” e mi si illuminava anche quel momento di prova, fino ad allora non avevo veramente accolto Carmela cosi per come era, apprezzando i pregi ma spesso sottolineando i difetti; e mi aspettavo un ritorno un suo cambiamento, ora volevo accoglierla proprio come era e amarla, una gioia mi pervade di serenità, e cosi dichiaro a Carmela con un abbraccio di rincominciare con nuova vitalità e rinnovato amore. Frutto di questa esperienza è che il nostro amore si è rafforzato e rinnovato sorretto dalla fedeltà all’amore Divino: Gesù Eucaristia.
Carmela. Come abbiamo ascoltato prima dalla Dott.ssa Kim, Giordani, aveva ammirato e studiato con grande ispirazione i Padri della Chiesa, ed è stato sempre attento ai segni dei tempi; nella spiritualità dell’unità ha ritrovato il suo pieno respiro, portando un Suo contributo specifico, come già accennato, al nascente Movimento che oggi conta 300.000 membri e circa 2 milioni di simpatizzanti. Nel 1972 ad una coppia che ha seguito la scia di Giordani, Mazia e Rod Gordon, che ha avuto proprio Lui come testimone di nozze augurava: “Comporrete un focolare, una chiesa stupenda: che non esiste valore più bello dell’amore cristiano fra lo sposo e la sposa e i loro figli: oggi il più grande servizio che si può fare alla Chiesa e all’umanità è il comporre famiglia, in mezzo a cui regni Gesù”. Ricordiamo questo perché proprio 10 giorni fa, uno di questi coniugi Rod, è partito improvvisamente per il Cielo: una caduta fatale mentre stava facendo un atto d’amore per necessità familiare.
Al funerale, la chiesa era gremita di gente che voleva dirgli grazie: per la profondità della sua anima e la capacità di accoglienza, per il suo humor sopraffine, per lo stupore la freschezza che infondeva nel rapporto con tutti, per l’immediatezza nel rispondere ad ogni necessità, per il suo cuore limpido e sempre incantato dell’Amore di Dio. Mazia, attorniata dai sei figli, con grande coraggio, ha dato la sua testimonianza. Era un canto d’amore scritto la notte della partenza di Rod. Era forte l’impressione di come avevano cercato di realizzare la loro Parola di Vita: “Amatevi l’un l’altro come Io ho amato voi” (Gv 13, 34). Chiara le aveva consegnato la stessa Parola di Vita di Giordani. Rod, essendo stato corresponsabile per la Scuola internazionale di Famiglie Nuove (Scuola Loreto nella cittadella di Loppiano) da ogni angolo della terra, stanno arrivando vivissimi ricordi che unisce il Cielo e la terra. Così le seguenti parole profetiche di Giordani continuano a prendere spessore e continueranno a ravvivare “fuoco” in tante famiglie: “Amore che dalla famiglia si dilata alla professione, alla città, alla nazione, all’umanità. E’ una distribuzione per cerchi, come un’onda che si dilata all’infinito. Da venti secoli arde un’inquietudine rivoluzionaria, accesa dal Vangelo, e chiede amore”.
fonte:  http://www.civitas.it/2013/12/08/famiglia-piccola-chiesa/

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