Avvento 2013 Vicenza
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Avvento 2013
"Avvento è il tempo magnifico che sta tra il gemito delle
creature e la venuta di Signore, lunga ora tra le doglie e il parto.
Tempo per guardare in alto e più lontano, per essere attenti a ciò che sta
accadendo. Noi siamo così distratti, che non riusciamo a gustare i giorni e i
mille doni. Per questo non siamo felici, perché siamo distratti.
I giorni di
Noè: mangiavano e bevevano gli uomini in quei giorni, prendevano moglie e
marito. Ma che facevano di male? Niente, erano solo impegnati a vivere. Ma a
vivere senza mistero, in una quotidianità opaca: e non si accorsero di nulla. È
possibile vivere così, senza sapere perché, senza accorgersi neppure di chi ti
sfiora nella tua casa, di chi ti rivolge la parola; senza accorgersi di cento
naufraghi a Lampedusa, di questo pianeta depredato, dei germogli che nascono.
Non ci accorgiamo che questa affannosa ricerca di sempre più benessere sta
generando un rischio di morte per l'intero pianeta. Un altro diluvio.
Il tempo dell'Avvento è un tempo per svegliarci, per accorgerci.
Il tempo dell'attenzione. Attenzione è rendere profondo ogni momento.
Mi ha sempre inquietato l'immagine del Signore che viene di soppiatto come
un ladro nella notte. Cerco di capire: Dio non è un ladro di vita, e infatti
non è la morte che viene adombrata in questa piccola parabola, ma l'incontro.
Il Signore è un ladro ben strano, non ruba niente, dona tutto, viene con le
mani piene. Ma l'incontro con Lui è rapinoso, ti obbliga a fare il vuoto in te
di cento cose inutili, altrimenti ciò che porta non ci sta. Mette a soqquadro
la tua casa, ti cambia la vita, la fa ricca di volti, di luce, di orizzonti.
Io ho qualcosa di prezioso che attira il Signore, come la ricchezza attira
il ladro: è la mia persona, il fiume della mia vita che mescola insieme fango e
pagliuzze d'oro, questo nulla fragile e glorioso cui però Lui stesso ha donato
un cuore.
Vieni pure come un ladro, Signore, prendi quello che è prezioso per te,
questo povero cuore. Prendilo, e ridonamelo poi, armato di luce".
Padre Ermes Ronchi
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