Giancarlo Maria Bregantini celebra quest’anno 20 anni di Episcopato. Un
traguardo significativo per un pastore
ordinato all’età di 44 anni vescovo e che oggi, nella piena maturità, è
testimone di una vita spesa per la
difesa e la tutela del più debole, in perfetta osservanza con il carisma
dell’ordine da cui proviene, quello degli Stimmatini. Nato a Denno (TN) il 28
settembre 1948, ordinato vescovo dal vescovo
di Cosenza mons. Giuseppe
Agostino – lo stesso che lo ha ordinato diacono e presbitero - mons. Bregantini è “Un uomo dal sorriso e dal cuore grande”. L’imprinting
di San Gaspare, la letizia unita alla serenità evangelica, traspira in tutta la
pastorale di “padre Giancarlo”. Dopo
aver concluso gli studi ginnasiali e teologici nel seminario minore emette la
prima professione religiosa nella
congregazione nel 1966. In questi anni,
fino al 1974 coniuga gli studi con una fervente attività ed esperienza di lavoro nelle fabbriche.
Quasi sicuramente a contatto con il duro lavoro quotidiano maturerà la
vocazione verso la salvaguardia e della
persona umana, spesso “sfruttata” dalla
logica capitalistica. Nella cattedrale di Crotone, il 1 luglio del 1978, viene
ordinato sacerdote nella cattedrale di
Crotone. Inizia un apostolato a servizio della cultura: docente di storia della
chiesa, insegnante di religione e, successivamente vice parroco presso santa Chiara di Crotone e cappellano del carcere circondariale della
stessa città. Un’altra esperienza che segnerà successivamente il suo
episcopato. Il contatto con i
detenuti matura in lui l’idea di una
provvidenza che è vicina a tutti ma soprattutto a chi si è allontanato dal Cristo. Successivamente a Bari
continua l’insegnamento nello studentato interreligioso pugliese ed è
parroco di San Cataldo e cappellano del
CTO. Il Santo Padre, riconoscendo in lui profonde doti di guida pastorale lo
elegge , ad appena 44 anni, vescovo e di Locri Gerace il 12 febbraio 1994 e dopo un mese fa il suo ingresso in diocesi. Ed è qui che
esplode, con una fermezza dolce che lo
contraddistingue, l’episcopato in prima
linea di Padre Giancarlo. Amato da tutti i fedeli si schiera, in una zona calda
della ‘ndrangheta, contro “coloro
che fanno abortire la vita dei
nostri giovani, uccidendo e sparando, e delle nostre terre, avvelenando i
nostri campi”. Il caso scatenante è la distruzione di alcune migliaia di piantine di lamponi di una delle cooperative nate dalla speranza
infusa dal Progetto Policoro della CEI La scomunica comminata contro i violenti della terra viene rapidamente diffusa dai media e diventa il simbolo di una
lotta a viso aperto dal vescovo dal
sorriso e dal coraggio del testimone
cristiano. Il resto è storia conosciuta da tutti. Padre Giancarlo, con la sua
azione incisiva si schiera sempre a fianco dei deboli, in uno spirito cristiano
genuino ed autentico. Un testimone
scomodo per le organizzazione
criminali, ma un faro di luce per i tanti giovani che perdono ogni giorno la
speranza. Presidente della Commissione CEI Problemi Sociali e Lavoro, Giustizia
e Pace e Salvaguardia del Creato, l’8 novembre 2007 è assegnato alla sede
arcivescovile metropolitana di Campobasso - Bojano, dove entra il 19 gennaio
2008. La sua fama lo anticipa in Regione ed è chiaramente
accolto con gioia dal popolo di Dio. Continua la sua azione incisiva sul territorio dal punto di vista
sociale. Uomo di profonda comunicazione pastorale è in moltissime occasione chiamato a prendere posizioni su problemi sociali su
tutti i media nazionali. Nel 2010 in Molise si fa artefice di
un’iniziativa a difesa della sanità regionale. Giornalista iscritto all’ordine
dei Giornalisti Molise, il suo nome è
sinonimo di vescovo antimafia. Nel libro, edito da Città Nuova, Il nostro sud in un paese
(reciprocamente) solidale argomenta, con la
consueta franchezza, le sue coraggiose posizioni sui temi più scottanti: unità
d'Italia e federalismo fiscale, vescovi e Sud, profezia e 8 per mille, Lega
Nord e Mezzogiorno, Fiat e sindacati, donne e 'ndrangheta, grande centro e
politici cattolici, Chiesa e mondo del lavoro. “Il testo ribadisce in maniera
molto esplicita che la questione meridionale deve essere vista
all’interno del cammino dell’unità d’Italia – dei 150 anni di storia comune – e
dentro il futuro stesso della questione italiana. Solo così è possibile avere
contemporaneamente chiara la necessità di guardare al Sud per il suo valore e
di sentire che il Nord deve guardare il Sud con un occhio diverso.”. Per questo
suo spirito mite e combattivo, tipico dell’etica cristiana, riceve premi
significativi.
Tra gli altri ricordiamo nel 2009 il premio Bachelet per la legalità, nel 2013 la città di Benevento gli attribuisce il premio Fraternità e il
riconoscimento a Capri di ”Ambasciatore della Natura 2013” per l’impegno nella difesa del patrimonio ambientale,
naturale, ecologico e paesaggistico in Italia e nel Mondo. Nella sua instancabile attività pastorale, da
abile comunicatore, padre Giancarlo
continua a donare perle e riflessioni di
saggezza, trai tanti suoi libri Ricordiamo La terra e la gente. La speranza in cui credo, Monti, 2001; Cari giovani, scrivo a voi, Ist. San
Gaetano, 2007: Le
sette parole di Gesù sulla croce, Edizioni
Messaggero, 2010.
Non possiamo tacere. Le parole e la bellezza per vincere la mafia, Milano, Piemme, 2011. Di rilievo la stesura delle
meditazioni sulla Via Crucis 2014 al Colosseo affidate a mons. Bregantini da Papa
Francesco.
In queste poche
righe abbiamo sintetizzato lo spirito di testimonianza di un testimone della
fede.
Rita D'Addona
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