venerdì 4 aprile 2014

Biografia padre Giancarlo Bregantini


Giancarlo Maria Bregantini  celebra quest’anno 20 anni di Episcopato. Un traguardo  significativo per un pastore ordinato all’età di 44 anni vescovo e che oggi, nella piena maturità, è testimone di una vita spesa  per la difesa e la tutela del più debole, in perfetta osservanza con il carisma dell’ordine da cui proviene, quello degli Stimmatini. Nato a Denno (TN) il 28 settembre 1948, ordinato vescovo dal vescovo   di Cosenza  mons. Giuseppe Agostino – lo stesso che lo ha ordinato diacono e presbitero -  mons. Bregantini è  “Un uomo dal sorriso e dal cuore grande”. L’imprinting di San Gaspare, la letizia unita alla serenità evangelica, traspira in tutta la pastorale di “padre Giancarlo”.  Dopo aver concluso gli studi ginnasiali e teologici nel seminario minore emette la prima professione religiosa   nella congregazione  nel 1966. In questi anni, fino al 1974 coniuga gli studi con una fervente attività  ed esperienza di lavoro nelle fabbriche. Quasi sicuramente a contatto con il duro lavoro quotidiano maturerà la vocazione  verso la salvaguardia e della persona umana, spesso  “sfruttata” dalla logica capitalistica. Nella cattedrale di Crotone, il 1 luglio del 1978, viene ordinato sacerdote  nella cattedrale di Crotone. Inizia un apostolato a servizio della cultura: docente di storia della chiesa, insegnante di religione e, successivamente  vice parroco presso  santa Chiara di Crotone  e cappellano del carcere circondariale della stessa città. Un’altra esperienza che segnerà successivamente il suo episcopato. Il contatto con  i detenuti  matura in lui l’idea di una provvidenza che è vicina a tutti ma soprattutto a chi  si è allontanato dal Cristo.  Successivamente    a Bari  continua l’insegnamento nello studentato interreligioso pugliese ed è parroco di San Cataldo  e cappellano del CTO. Il Santo Padre, riconoscendo in lui profonde doti di guida pastorale lo elegge , ad appena 44 anni, vescovo e di Locri Gerace  il 12 febbraio  1994 e dopo un mese  fa il suo ingresso in diocesi. Ed è qui che esplode, con una fermezza  dolce che lo contraddistingue, l’episcopato  in prima linea di Padre Giancarlo. Amato da tutti i fedeli si schiera, in una zona calda della  ‘ndrangheta, contro  “coloro  che fanno abortire  la vita dei nostri giovani, uccidendo e sparando, e delle nostre terre, avvelenando i nostri campi”. Il caso scatenante è la distruzione di alcune  migliaia di piantine di lamponi  di una delle cooperative nate dalla speranza infusa dal Progetto Policoro della CEI La scomunica comminata  contro i violenti della terra  viene rapidamente  diffusa dai media e diventa il simbolo di una lotta  a viso aperto dal vescovo dal sorriso  e dal coraggio del testimone cristiano. Il resto è storia conosciuta da tutti. Padre Giancarlo, con la sua azione incisiva si schiera sempre a fianco dei deboli, in uno spirito cristiano genuino ed autentico. Un testimone  scomodo per  le organizzazione criminali, ma un faro di luce per i tanti giovani che perdono ogni giorno la speranza. Presidente della Commissione CEI Problemi Sociali e Lavoro, Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato, l’8 novembre 2007 è assegnato alla sede arcivescovile metropolitana di Campobasso - Bojano, dove entra il 19 gennaio 2008.  La sua fama  lo anticipa in Regione ed è chiaramente accolto con gioia dal popolo di Dio. Continua la sua azione  incisiva sul territorio dal punto di vista sociale. Uomo di profonda comunicazione pastorale è  in moltissime occasione chiamato a  prendere posizioni su problemi sociali su tutti i media nazionali. Nel 2010  in Molise si fa artefice di un’iniziativa a difesa della sanità regionale. Giornalista iscritto all’ordine dei Giornalisti Molise, il  suo nome è sinonimo di vescovo antimafia. Nel libro, edito da Città Nuova, Il nostro sud in un paese (reciprocamente) solidale argomenta, con la consueta franchezza, le sue coraggiose posizioni sui temi più scottanti: unità d'Italia e federalismo fiscale, vescovi e Sud, profezia e 8 per mille, Lega Nord e Mezzogiorno, Fiat e sindacati, donne e 'ndrangheta, grande centro e politici cattolici, Chiesa e mondo del lavoro. “Il testo ribadisce in maniera molto esplicita  che la questione meridionale deve essere vista all’interno del cammino dell’unità d’Italia – dei 150 anni di storia comune – e dentro il futuro stesso della questione italiana. Solo così è possibile avere contemporaneamente chiara la necessità di guardare al Sud per il suo valore e di sentire che il Nord deve guardare il Sud con un occhio diverso.”. Per questo suo spirito mite e combattivo, tipico dell’etica cristiana, riceve  premi  significativi.
Tra gli altri ricordiamo nel 2009 il premio Bachelet per la legalità, nel  2013 la città di Benevento  gli attribuisce il premio Fraternità e  il riconoscimento a Capri  di Ambasciatore della Natura 2013” per l’impegno nella difesa del patrimonio ambientale, naturale, ecologico e paesaggistico in Italia e nel Mondo.  Nella sua instancabile attività pastorale, da abile comunicatore,  padre Giancarlo continua  a donare perle e riflessioni di saggezza, trai tanti suoi libri Ricordiamo La terra e la gente. La speranza in cui credo, Monti, 2001; Cari giovani, scrivo a voi, Ist. San Gaetano, 2007: Le sette parole di Gesù sulla croce, Edizioni Messaggero, 2010. Non possiamo tacere. Le parole e la bellezza per vincere la mafia, Milano, Piemme, 2011. Di rilievo la stesura delle meditazioni sulla Via Crucis 2014 al Colosseo affidate a mons. Bregantini da Papa Francesco.
In queste poche righe abbiamo sintetizzato lo spirito di testimonianza di un testimone della fede.

                                                                                                                                                                    Rita D'Addona

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