In questo giorno dedicato alla Vita, scrivo a te, caro confratello nell’episcopato Mons. Secondo Bologna, perché credo che dare la vita per gli altri sia più che generarla! Il tuo esempio di amore per questa città e per questo nostro popolo molisano non fa che trasmettermi la forza luminosa del Vangelo vissuto pienamente, senza condizioni né riserve.
Il sacrificio della vita compiuto per amore ci fa tuttora sentire la forza di tutta la tua esperienza pastorale. Credo che il tuo eroismo possa parlare di vita a chiunque, ad ogni genitore, ad ogni educatore, ad ogni prete, ai consacrati, ai giovani, a tutti gli operatori per la vita.
Tu da giovane vescovo, infatti, col tuo martirio hai saputo imprimere nella storia di questa terra il germoglio perenne di un cuore che ha amato e si è donato “In Caritate Christi”, come diceva il tuo motto. Un vero atto di carità suprema è stato il tuo consegnarti alla morte per salvaguardare la vita di un’intera città. Sono le frontiere della paura oltrepassate dal coraggio di amare fino alla fine, andando incontro persino ad una bomba. Sono gli steccati ormai piegati a terra che non ci separano più l’uno dall’altro. Tu hai operato un’azione sacra col dono finale di perderti per ottenere salvezza per gli altri.
La tua vita donata ha raggiunto la concretezza piena della tua vocazione e rimane come opera spirituale che ti fa pioniere e profeta di speranza per tutti i molisani. Così ti vediamo: consumato in mezzo e a favore dei fratelli. Tu, oggi, ci chiedi di non aver paura di spenderci per gli altri e ci insegni che amare è generare due volte la vita. Tu, caro Secondo, con la tua gratuità e generosità smisurata hai trasformato le lacrime di chi si sentiva ormai sconfitto in virgulti di vita nuova. Hai condiviso così fortemente le speranze e i dolori dei tuoi fedeli fino a tracciare una strada di liberazione e di vita laddove la vita veniva uccisa e resa indifesa, arresa. Hai fatto la scelta giusta per il compimento della tua testimonianza evangelica. Sei rimasto accanto al tuo popolo, percorrendo il sentiero di Cristo, quello della Croce.
A ricordarti ci freme il cuore di commozione e ci riserva tre principi di vita vera: il guardare in alto, l’offerta di se stessi, il prendere sul serio la fratellanza stando dalla parte della vita. La scelta per Cristo è scelta coraggiosa, di rischio. In questo leggiamo la tua presenza amica in mezzo a noi e la realizzazione fedele della tua missione. Hai partecipato da battezzato al disegno di salvezza di Dio, non risparmiandoti neanche davanti alla via dolorosa che ti ha portato alla morte, ma difendendo da vera guida e da padre i tuoi figli al costo della tua vita. La vita donata l’hai espressa nella misura di un valore di fecondità profondo, nel solco dei valori umani e cristiani, attorno alla coerenza e al volto dei poveri, rendendo visibile l’invisibile volto dell’amore paterno di Dio. E’ bello che proprio in questo mese dedicato alla vita tu, vescovo Secondo, modello autentico di preghiera vivente e di carità totale, ci indichi a scegliere “la parte migliore”, capaci di vita e dalla parte della vita davanti a Dio e agli uomini.
Piantando questi alberi di mele per ogni nascituro che viene alla luce a riscaldare il Molise, la speranza a cui ci affidiamo è che fiorisca da questa terra, bagnata anche dal tuo sangue, una passione che si faccia identità, cooperazione, responsabilità di fronte alle vicende umane, sociali e culturali, sostegno ai giovani e alle famiglie, solidarietà concreta ai poveri, agli immigrati e agli ammalati, e capacità di porre la propria vita a servizio della Vita e delle vite, in una gioia sorgiva di dono, di unità e di pace per tutti.
P.Giancarlo Maria Bregantini
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