di Ylenia Fiorenza
(Il Quotidiano del Molise, Domenica 18 settembre 2011)
Diceva il celebre Baudelaire che “C’è solo un modo di dimenticare il tempo: impiegarlo”. È una verità che ben si addice a chi di tempo non ne ha mai come Sua Eccellenza Giancarlo Bregantini. Lo impiega eccome il suo tempo, questo che in tanti amano chiamare “Vescovo del popolo”, “il Pastore dal sorriso mite”, “l’Apostolo dell’ascolto”, l’arcivescovo di Campobasso. Però si sa, esiste una diplomazia ecclesiale “frenante” a cui lui deve obbedire, perché, detto in tutta sincerità e con simpatia, fosse per lui starebbe ovunque, in prima fila a lottare, a farsi sentire, a seminare speranza, a suggerire soluzioni, a denunciare tutto quello che non va, a smuovere acque persino “pericolose” e “innominabili”.
(Il Quotidiano del Molise, Domenica 18 settembre 2011)
Diceva il celebre Baudelaire che “C’è solo un modo di dimenticare il tempo: impiegarlo”. È una verità che ben si addice a chi di tempo non ne ha mai come Sua Eccellenza Giancarlo Bregantini. Lo impiega eccome il suo tempo, questo che in tanti amano chiamare “Vescovo del popolo”, “il Pastore dal sorriso mite”, “l’Apostolo dell’ascolto”, l’arcivescovo di Campobasso. Però si sa, esiste una diplomazia ecclesiale “frenante” a cui lui deve obbedire, perché, detto in tutta sincerità e con simpatia, fosse per lui starebbe ovunque, in prima fila a lottare, a farsi sentire, a seminare speranza, a suggerire soluzioni, a denunciare tutto quello che non va, a smuovere acque persino “pericolose” e “innominabili”.
E si capisce che lo fa perché lo sente. Ogni tanto poi si lascia andare alla sua passione così “nascosta e tacita in lui” da essere nota già a tutti, anche qui in Molise. La politica. Opera nel sociale Bregantini. Il suo nome fa notizia. Non si tira indietro quando chi perde il lavoro va da lui a trovare risposte. La gente lo cerca, lo raggiunge, fa ore e ore di fila per consegnare ogni tipo di difficoltà, anche quelle più impensabili.
Si ritrova davanti situazioni di ogni genere, dalla povertà a richieste di consigli per problematiche familiari. Non si va da lui perché ha la bacchetta magica, ma perché lo si sente presente, vicino ai problemi della gente.
Bregantini non fa differenza, dona il suo tempo a chiunque ne abbia bisogno, ascolta dal più piccolo al più adulto. Ecco perché in questa breve intervista, strappata mentre prepara le valigie per Mazzara del Vallo dove terrà una conferenza sul tema “Sequela di Cristo ed impegno per la giustizia”, lui stesso ama definirsi “padre di tutti”.
Eccellenza, viviamo in una società che si dice “democratica” e aperta al dialogo. Cosa aggiungerebbe o toglierebbe dallo sfondo delle prossime elezioni politiche regionali?
“Non tocca forse a me questo compito. Io mi limito ad accogliere chiunque vuole da me consigli su come affrontare al meglio e con dignità e realismo la crisi che stiamo soffrendo tutti. Noi come Chiesa ci impegniamo a capire dove sono i nodi per poterli sciogliere. A noi tocca stare vicino ai bisogni della gente, a stimolare il mondo politico con suggerimenti che rientrano comunque nel dovere comune di offrire risposte convincenti, credibili, che risanino le ferite. C’è tanto da lavorare qui in Molise. Per questo tutti siamo necessari e chiamati a darci da fare soprattutto per i giovani e le famiglie. Dico “no” alla mancanza di stima reciproca, alle divisioni e all’indifferenza. Dico “si” a proposte di collaborazione e di unità, perché solo insieme si costruisce una società attenta e umana”.
La Chiesa c’entra con la Politica. E la Politica, secondo lei, sta puntando sulla Chiesa? “La Chiesa deve illuminare le coscienze, vigilare sui diritti inviolabili e non negoziabili, ma non ha etichette né deve esporsi in ambiti dove non è richiesto il suo intervento. Ha un suo ruolo ben preciso che è quello di proporre lì insegnamento della sua dottrina sociale, perché la Chiesa non è né un’impresa né un partito. La nostra missione è quella di guidare sulle strade del bene e della giustizia, di condurre verso Dio e il Suo regno dove è la pace e l’amicizia fra gli uomini che lo costruiscono. Apparteniamo solo a Cristo e non produciamo propaganda politica per nessuno. Facciamo solo il tifo per i poveri, perché non siano dimenticati dalla politica. La Chiesa non fa politica. Semmai la illumina.”.
In questo momento impellente per le elezioni regionali in Molise, in tanti si chiedono non tanto da che parte stare, ma a chi la Chiesa sembra dare più credito. Lei cosa consiglia? “Io sono padre di tutti. Nel mio cuore di vescovo porto tutti con amore paterno, perché questo popolo mi è stato affidato dal Signore ed io lo devo custodire nella Sua Parola e nutrire di speranza. Perché il Molise è una terra che va tutelata dai possibili pericoli di malavita. E in tutta sincerità tratto tutti allo stesso modo, in quanto ho stima per chiunque. Sono qui per questo, per la gente, per ascoltarla, per stare con tutti, per seminare assieme al mio popolo iniziative di bene comune e ogni azione pastorale è rivolta a tutti. Non ci sono élite nella Chiesa. E poi il Vescovo appartiene a tutti, è di tutta la sua gente. A tutti noi è chiesto di imparare a stimarci di più, a provare a camminare stando più uniti verso un’unica meta. È questo il mio sogno e il mio augurio, che si lavori insieme per lo stesso scopo, per dare identità al nostro territorio, lavoro ai giovani e concretezza nelle risposte”.
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Si ritrova davanti situazioni di ogni genere, dalla povertà a richieste di consigli per problematiche familiari. Non si va da lui perché ha la bacchetta magica, ma perché lo si sente presente, vicino ai problemi della gente.
Bregantini non fa differenza, dona il suo tempo a chiunque ne abbia bisogno, ascolta dal più piccolo al più adulto. Ecco perché in questa breve intervista, strappata mentre prepara le valigie per Mazzara del Vallo dove terrà una conferenza sul tema “Sequela di Cristo ed impegno per la giustizia”, lui stesso ama definirsi “padre di tutti”.
Eccellenza, viviamo in una società che si dice “democratica” e aperta al dialogo. Cosa aggiungerebbe o toglierebbe dallo sfondo delle prossime elezioni politiche regionali?
“Non tocca forse a me questo compito. Io mi limito ad accogliere chiunque vuole da me consigli su come affrontare al meglio e con dignità e realismo la crisi che stiamo soffrendo tutti. Noi come Chiesa ci impegniamo a capire dove sono i nodi per poterli sciogliere. A noi tocca stare vicino ai bisogni della gente, a stimolare il mondo politico con suggerimenti che rientrano comunque nel dovere comune di offrire risposte convincenti, credibili, che risanino le ferite. C’è tanto da lavorare qui in Molise. Per questo tutti siamo necessari e chiamati a darci da fare soprattutto per i giovani e le famiglie. Dico “no” alla mancanza di stima reciproca, alle divisioni e all’indifferenza. Dico “si” a proposte di collaborazione e di unità, perché solo insieme si costruisce una società attenta e umana”.
La Chiesa c’entra con la Politica. E la Politica, secondo lei, sta puntando sulla Chiesa? “La Chiesa deve illuminare le coscienze, vigilare sui diritti inviolabili e non negoziabili, ma non ha etichette né deve esporsi in ambiti dove non è richiesto il suo intervento. Ha un suo ruolo ben preciso che è quello di proporre lì insegnamento della sua dottrina sociale, perché la Chiesa non è né un’impresa né un partito. La nostra missione è quella di guidare sulle strade del bene e della giustizia, di condurre verso Dio e il Suo regno dove è la pace e l’amicizia fra gli uomini che lo costruiscono. Apparteniamo solo a Cristo e non produciamo propaganda politica per nessuno. Facciamo solo il tifo per i poveri, perché non siano dimenticati dalla politica. La Chiesa non fa politica. Semmai la illumina.”.
In questo momento impellente per le elezioni regionali in Molise, in tanti si chiedono non tanto da che parte stare, ma a chi la Chiesa sembra dare più credito. Lei cosa consiglia? “Io sono padre di tutti. Nel mio cuore di vescovo porto tutti con amore paterno, perché questo popolo mi è stato affidato dal Signore ed io lo devo custodire nella Sua Parola e nutrire di speranza. Perché il Molise è una terra che va tutelata dai possibili pericoli di malavita. E in tutta sincerità tratto tutti allo stesso modo, in quanto ho stima per chiunque. Sono qui per questo, per la gente, per ascoltarla, per stare con tutti, per seminare assieme al mio popolo iniziative di bene comune e ogni azione pastorale è rivolta a tutti. Non ci sono élite nella Chiesa. E poi il Vescovo appartiene a tutti, è di tutta la sua gente. A tutti noi è chiesto di imparare a stimarci di più, a provare a camminare stando più uniti verso un’unica meta. È questo il mio sogno e il mio augurio, che si lavori insieme per lo stesso scopo, per dare identità al nostro territorio, lavoro ai giovani e concretezza nelle risposte”.
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