lunedì 15 marzo 2010

Tentazione e preghiera in San Pietro Celestino

V PASSO
Tentazione e preghiera


Puntate precedenti

I dieci passi della fedeltà
Vocazione e Formazione in Celestino V
La scelta preziosa di Celestino V
Come intravedere: lo sguardo interiore in San Pietro Celestino
La vita spirituale in San Pietro Celestino

Di Ylenia Fiorenza


Ci troviamo a metà del percorso. Dentro la meraviglia e la densità della vita spirituale, ora occorre entrare nel vivo di questa interiorità di San Celestino V e vedere come essa sia variegata di tentazione e di preghiera; mettendo a fuoco così le possibilità e le impossibilità che si possono vivere. E recuperando i tratti della personalità di Papa Celestino V, cercheremo, dunque, di lasciarci toccare dalla realtà soprannaturale, che è la missione per la quale il Signore ci dona la fede. 


Non esiste scelta casuale. Siamo cioè noi a scegliere di quale pane quotidiano nutrirci. Ma partire da questo principio implica un atto non solo di umiltà nel riconoscere la propria piccolezza, ma ancor di più un atto di umanizzazione totale che ci invogli ad accordarci gioiosamente alla volontà di Dio. Perché la nostra solitudine, a volte, può essere peggiore, più dolorosa e insidiosa di qualunque altra pena o offesa ricevuta. È, infatti, nella solitudine che si soffre la vera tentazione, quella che non ti dà preavviso, perché ti assale, disarmandoti, con ogni piano di plagio, fino a convincerti di cose assurde. E quante volte ci auto-puniamo o ci imprigioniamo dentro castighi che Dio Padre non oserebbe mai infliggerci, in quanto Lui ci ama senza fine. Ecco cos’è tentazione! Ecco a cosa ci può portare una solitudine non amata e quindi non rivolta e fatta chiarore e preghiera di fronte a Dio. 


Bisogna smettere di credere che essere soli significa essere abbandonati anche da Dio o dal resto degli uomini, perché Dio è eterno nel suo amore e, dunque, nella Sua presenza, nel Suo starci dentro e fuori con tutto ciò che esiste ed è benedetto dal suo atto creatore. E di conseguenza, tutte le anime devote a Lui, che lo servono con la propria vita e fanno dimorare la Sua pace nella propria coscienza, non possono dimenticare o non sentire che tutta l’umanità geme e grida “amore”! Per rendere questo più esplicito, nella logica cristiana, amare anche i propri figli alla follia, o una persona fino a dare la propria vita, non significa delimitare, recintare, dosare il proprio amore. Questo perché nell’amore vero e totale, anche se rivolto e indirizzato a qualcuno in maniera esclusiva, rimane amore, universale, assoluto nella sua natura. E questo amore feconda, fa lieta tutta la creazione, perché una volta dato, esso si dilata per tutto il mondo. Ciò non significa accettare un senso limitato o superficiale di questo tipo di espressione: “Amo te e basta!”, tanto che il resto del mondo e tutti gli altri non mi interessano più. Ma ammettere l’esclusività nell’ambito della fedeltà, una volta capita fino in fondo l’essenza dell’Amore, è chiaro che non verrà meno l’aspetto incondizionato dell’amore. 
Per sradicare dalla mente queste inconcepibili convinzioni che ci portano a deleterie superstizioni, è necessario arrivare a sentirsi parte dell’infinito, del cosmo, del Tutto che ci contiene. Solo così avrà “valore universale” ogni battito del cuore, ogni amore, affetto, stima. Tentazione è scoprirsi fragili, impastati di bellezza e di ombre dinnanzi al proibito, al rischio di credere lecito ciò che, invece, è immorale. La Tentazione è una corrente esterna, molto contraddittoria e del tutto inconciliabile con la legge che portiamo scritta nel cuore, che cerca in ogni modo di innescarsi nella nostra vita più intima per provarci sin nel midollo della coscienza. È un’occasione per capire qual è il nostro vero fine e verso quale tesoro il nostro cuore è proteso. Ma è la preghiera che, lavorando nel silenzio delle nostre paure o incertezze, ci può difendere dalle cose che ci minacciano e che ci possono indurre a perdere le cose buone, preziose, che contano davvero. 


La forza della preghiera ci serve per vedere con occhi puliti ed eroici la storia che passa nei sotterranei delle nostre scelte. Una virtù che ci avvicina sempre più a Dio, alla Sua beatitudine, che incarna tutte le esigenze umane, e non inorridisce di fronte ai conflitti. La preghiera non ci deve mai sembrare inutile o inefficace. E nel guardare al Papa celestino V, alle sue vicende, possiamo scorgere nelle parole del vescovo Giancarlo Bregantini, che la preghiera davanti alla tentazione è una vittoria certa: “Pietro da Morrone diviene il simbolo di chi, oggi, sa donare speranza anche davanti ad fiore spezzato, sa rilanciare un matrimonio fallito, impara ad ascoltare e dare fiducia ad un giovane distrutto dalla droga, crede nel bene anche in paese diviso, si impegna a ricomporre una famiglia in crisi. Questo è riformare. Cioè credere sempre che tutto può essere ricostruito e rifatto. Ogni storia vive momenti di debolezza, di crisi, ma la storia di Pietro da Morrone ci indica che tutto può essere rifatto, tutto può ritornare bello come prima, verginale. Che si può riformare, cioè fare nuove tutte le cose.” 


Pensare che la preghiera, specie in situazioni drammatiche, non possa aiutarci, è la tentazione più triste e pericolosa, perché ci può portare all’indurimento del cuore, all’aridità spirituale. La preghiera è sempre una porta da aprire! A volte ci vuole un soffio per schiuderla, altre volte può servire sudore e più coraggio per farlo. L’importante è provare, e per dare il contraccolpo alla tentazione, possiamo dire anzi che vale proprio la pena di “tentare”, ossia di cercare in ogni modo di spalancarla per capire cosa ci riserva. E indubbiamente, l’altra più grande e quotidiana tentazione da combattere rimane “l’amare senza gioia”, perché possono essere tante le belle parole e dolci le serenate da intonare, ma nell’amore non contano i virtuosismi, ma la felicità e la passione che si sperimentano amando. Stare aggrappati ai propri dubbi, ai sospetti, alla gelosia significa aver ceduto alla tentazione dell’egoismo, perché uno che si preoccupa o si angoscia soltanto pensando se “l’altro mi ama, o quanto mi ama, o se potrà mai tradirmi, lasciarmi, deludermi…”in verità passa la vita non amando, ma a tormentarsi con inutili immaginazioni. Chi ama pensa soprattutto a donarsi, a fare felice l’altro, a prendersi cura seriamente, a mantenersi fedele, perché trova gioia e godimento nell’amare, in quel che prova ed esprime con e nella propria persona. Preghiera allora non è aspettarsi qualcosa in cambio o la realizzazione di quanto si è bramato, ma è attendere la pienezza del bene, la sua fioritura perché seminato con amore e con speranza nei sentieri del Signore.



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