40 ANNI DI DIVORZIO. E SE LA SOCIETÀ
AIUTASSE LE COPPIE A NON SEPARARSI?
Quarant’anni fa [1 dicembre 1970] veniva approvata la legge che introduceva nel nostro Paese la separazione legale ed il divorzio. Da allora abbiamo assistito ad un lento e progressivo diffondersi di separazioni e divorzi (nel 1995 erano, rispettivamente, 52mila e 27mila mentre nel 2009 sono diventati 84.000 e oltre 54.000), speculare ad una progressiva riduzione dei matrimoni passati da 400mila nel 1995 a 270mila.
«La stabilità e la tenuta della famiglia e della coppia appaiono ormai faticose conquiste per pochi» commenta Francesco Belletti, presidente del Forum «e risulta sempre più normale la rottura delle promesse di matrimonio.
«Tre questioni però meritano di essere ricordate:
- rimangono maggioranza le coppie che, tra le alterne vicende della vita, riescono a durare nel tempo
- la nostra società ha costruito una ideologia della "separazione leggera", negando le sofferenze che separarsi implica per la coppia e per i figli
- fiumi di inchiostro, progetti di legge, percorsi formativi, energie e soldi sono stati investiti nel giusto accompagnamento alla separazione, ma quasi niente è stato fatto per sostenere le coppie durante i momenti di difficoltà per aiutarle "a non separarsi".
«Oggi, dopo quarant'anni di esperienza, è giunto il momento di riconoscere che la stabilità della coppia nel matrimonio è una risorsa insostituibile di coesione sociale e di sostegno, soprattutto per i minori, e che sostenere le coppie "prima" di separarsi è una priorità assoluta, su cui tutti i servizi socio-sanitari, e, in primis, i consultori, dovrebbero ri-orientare le proprie attività.
«Questo sarebbe il modo migliore per ricordare questi quarant’anni» conclude Belletti «non come la vittoria del “divorzio-conquista di civiltà", ma come l'occasione per reinvestire nella famiglia».
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LA VITA DEI GRUPPI, DELLE ASSOCIAZIONI E DEI MOVIMENTI DI FEDELI LAICI
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Sono pienamente d' accordo sul fatto che i servizi socio-sanitari e i consultori dovrebbero ri-orientare le proprie attività per sostenere le coppie "prima" della loro separazione, così come ritengo che l'azione della Chiesa dovrebbe continuare anche dopo i corsi pre-matrimoniali. La sola formazione non basta, le difficoltà vere vengono dopo e purtroppo di fronte ad esse spesso la coppia è sola.Bisognerebbe monitorare periodicamente lo stato di salute delle famiglie, anche allo scopo di prevenire i conseguenti disagi nei figli; moltiplicare le occasioni di incontro delle famiglie e di sostegno;creare una civiltà del dialogo passando anche attraverso gli strumenti di comunicazione di massa.
RispondiEliminaANNA RITA TERRERA