martedì 9 novembre 2010

Il sessantesimo della San Vincenzo Dè Paoli di Termoli


Di Antonia Migliozzi (Componenete Conferenza San Vincenzo dè Paoli di Campobasso)

Facciamo i conti: l’incontro per il sessantesimo della nascita della conferenza San Vincenzo Dè Paoli di Termoli. 30 ottobre 2010. 


Bella l’atmosfera di Termoli in occasione della celebrazione del sessantesimo della nascita della Conferenza San Vincenzo dè Paoli. La cornice certo suggestiva del mare calmissimo, un cielo azzurro e nitido, il sole tipico delle “ottobrate” che ha illuminato il paesaggio di questo borgo di pescatori ricco in bellezze naturali che richiama in sé già le caratteristiche delle cittadine che si affacciano sull’adriatico. 
«Si è ingrandita Termoli» ha sussurrato alla compagna di viaggio una consorella storica della San Vincenzo di Campobasso, la signora Lucia Massarella, e l’altra ha risposto «Si, quanti palazzi! Pensare che tutto era limitato a quattro case di pescatori a ridosso del borgo vecchio». L’altra è la signora Rosa Pantalone, anche lei consorella di Campobasso. Durante il viaggio con l’entusiasmo di chi porta con responsabilità i capelli bianchi, mi hanno parlato dei loro cinquanta anni di apostolato nella San Vincenzo dè Paoli, le mille lire donate con puntualità dalle famiglie benestanti, le scale fatte per raggiungere con le buste della spesa le famiglie dei bisognosi, i grembiulini preparati per i bimbi, i rosari recitati con voce sommessa nelle case dove era necessario far entrare la luce di Cristo. Tutto sullo sfondo dell’immediato dopoguerra.
Loro erano giovanissime ma l’amore che le rapì per la carità ancora oggi scalda i loro cuori e riempie la loro intensa esistenza di un desiderio infinito di slanci generosi fino ad elevarsi a DIO! Non hanno mollato mai Lucia e Rosa, maestre di perseveranza.

Arrivate a destinazione,aspettiamo con una certa emozione la nostra presidente nazionale. Mirella Storto, presidente di Termoli, ha pensato a tutto e nei minimi particolari compreso il caffè e gli ottimi cornetti. Lei è altissima e per me che sono nuova è particolarmente amata sul territorio termolese perché ha fatto tantissimo soprattutto per gli anziani rimasti soli.
L’attesa si interrompe di colpo: è arrivata la nostra Presidente Nazionale, Claudia Nodari. Le vado incontro portando sotto braccio Rosa, lei ci sorride con molta cordialità. È francamente una bella signora che colpisce per il suo fare sicuro e la sua dolce autorevolezza. Mi pare di capire dalle sue prime parole che il compito che si accinge a svolgere non è certo facile. Ha bisogno di avere contezza dell’entità delle risorse delle conferenze locali in una ottica di trasparenza e razionalizzazione.
“Punctum dolens”, è l’identità e la specificità del carisma vincenziano che rischia di perdersi di fronte alla miriade di associazioni caritatevoli che da circa cinquant’anni popolano i nostri ambiti cattolici o meno. Le onlus sono spuntate come i funghi e ovunque si vedono nascere “volontari” impegnati nelle più disparate situazioni con sovrapposizioni magari nell’ambito dello stesso settore. Mi viene da riflettere che se è vero che ogni iniziativa umana destinata al bene comune e avente l’avallo di Dio, và giudicata dai frutti che produce, ebbene l’immediata conseguenza di questo fervore di prossimità avrebbe dovuto essere l’azzeramento delle povertà e il ripristino della giustizia sociale. Mi pare che proprio così non sia e che forse mai come nel terzo millennio, l’era post-industiale ci stia regalando uno dei periodi più bui proprio sotto questo profilo.

LA CARITÀ
È il fulcro del vivere cristiano. “Ora ci sono tre cose la FEDE, la SPERANZA e LA CARITÀ, ma la più importante di tutte è la CARITÀ”(San Paolo). Infatti, è solo l’amore che salva e rende simili a Cristo. Il donarsi agli altri secondo un criterio di gratuità, mettere a disposizione il proprio tempo, i propri carismi, le energie, significa percorrere la strada dell’unico Maestro, che ha donato la vita per la salvezza dell’umanità. La strada passa attraverso la croce, ovvero la mortificazione del proprio egoismo e l’abbandono totale alla volontà del Padre.

LO SPIRITO DI SERVIZIO
Nulla è gradito a Dio se non ha quale suo fondamento il servire: «CHI È IL PRIMO TRA VOI, SIA IL SERVO DI TUTTI». Non esistono gerarchie in senso stretto nell’ambito del servizio di apostolato, salvo la necessaria previsione di regole e di una struttura organizzata che ha il solo scopo di distribuire incarichi e responsabilità per il migliore funzionamento dell’organismo per il bene comune. Nei contatti, poi, con gli assistiti, l’affabilità e l’assenza di qualsiasi forma di imposizione, anche, sotto il profilo della religione, mi pare necessaria. Moltissimi sono attualmente gli stranieri, la via della integrazione intesa quale conoscenza e rispetto reciproco, usi e costumi che caratterizzano un popolo, è fondamentale.

IL COORDINAMENTO
Riflettevo prima su una certa inflazione di associazioni che si occupano del sociale. Non ho dati statistici alla mano, ma «icto oculi» quando tali associazioni sopravvivono aldilà di mere dichiarazioni di intenti, mi appare poco chiaro ciò che in realtà producano sotto il profilo del bene ai bisognosi.
La PRESIDENTE NAZIONALE ha ricordato con fermezza che la carità non si esaurisce nel dare il pacco di zucchero o la bottiglia di olio al bisognoso, ma implica la creazione di una rete di servizi che, con un costante contatto con le istituzioni, possa risolvere le povertà e le esigenze della persona. Non parliamo poi, in questa sede, delle “povertà spirituali”, poiché il disordine e l’assenza di valori morali, a mio avviso, causano disastri ben maggiori della mancanza del lavoro o del pane in tavola! Anzi, da cattolica posso prendere posizione senza timore e dire che è l’assenza di Dio che rende l’uomo assolutamente “povero”!
Coordinarsi con le altre associazioni caritatevoli presenti sul territorio significa innanzitutto il riconoscimento della specificità, nonché della storia di ciascuna, (i trecentocinquanta anni di vita della San Vincenzo dè Paoli parlano chiaro!) in condizioni di reciprocità e di rispetto secondo una suddivisione precisa di compiti. Il contrario è confusione e non carità.
La confusione, poi, fa rima con presunzione. A riguardo concludo con le parole dell’apostolo delle genti, San Paolo, il quale ha per primo sperimentato le difficoltà di gestire comunità, non cristiane, e da lui evangelizzate, dove erano presenti diversi carismi «... Non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto...».
«Poichè, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi pur essendo molti siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. La carità non sia ipocrita, detestate il male, attaccatevi al bene.» (cfr. San Paolo 12, 3-13)

Auguri Claudia e buon lavoro a tutti!
Che Dio ci protegga!

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