martedì 23 novembre 2010

Educare oggi, vocazione e sfida per tutti i laici

Di Stefania Careddu
Avvenire, 21 Novembre 2010



I membri della Consulta delle aggregazioni laicali si soffermano sul tema per il nuovo decennio Dal Toso e Miano: nelle nostre identità e nei nostri carismi preziose risorse e potenzialità

«L’acqua di un fiume ha bisogno di sponde per arrivare al mare, altrimenti ristagna: le associazioni e i movimenti, nelle loro varie forme e con i loro carismi, possono essere queste sponde che incanalano la corrente e la aiutano ad andare avanti». È questa l’originale immagine che monsignor Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio e presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, ha scelto per descrivere il ruolo del laicato, chiamato oggi a lavorare con nuovo vigore nel campo educativo. Perché «educare non è solo doveroso, ma è possibile», ha detto intervenendo all’assemblea della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali (Cnal).



In un momento in cui «si sperimenta la vertigine di una dissoluzione del reale nel gioco senza fine delle interpretazioni e si arriva ad insinuare il dubbio sulla possibilità e sulla convenienza dell’educare», è necessario infatti «affermare la perenne educabilità dell’uomo e non arrendersi all’inquietante deserto educativo» che ci circonda. «Uno sguardo lucido rispetto all’emergenza educativa non può quindi affievolire la fiducia nelle possibilità della Chiesa e degli uomini di buona volontà», ma spingere verso una formazione integrale che sappia tener conto del desiderio di felicità e di piena realizzazione di sé che è insito nell’uomo. Un desiderio che non è – e non deve essere percepito – in contraddizione con l’orizzonte di una «vita buona del Vangelo», così come è illustrata dai vescovi italiani negli Orientamenti pastorali per il decennio.
Secondo monsignor Ambrosio, occorre «superare quell’idea ormai diffusa che la questione di Dio sia insignificante per la vita umana: tra annuncio cristiano e anelito dell’uomo – ha osservato – c’è una straordinaria coincidenza». L’invito è dunque a «proseguire con rinnovato slancio il compito di sempre», che è quello di accompagnare l’uomo.
In quest’ottica, ha fatto notare il vescovo, «è quanto mai importante l’alleanza educativa e la presenza delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti».
«Le aggregazioni hanno voce in capitolo perché sono impegnate sul territorio e hanno a che fare con i giovani», ha aggiunto da parte sua Paola Dal Toso, segretaria generale della Cnal. «Ci lamentiamo tanto, facciamo spesso analisi negative e pessimistiche, mentre – ha sottolineato – è essenziale cogliere le potenzialità delle persone e del nostro tempo, valorizzando gli elementi positivi». «Come laici cristiani e come laici associati – ha spiegato Dal Toso – abbiamo il dovere di rileggere il contributo che il mondo si attende da noi nell’oggi della Chiesa con un’apertura che non sia solo all’interno ma anche all’esterno».
Una sfida raccolta dai rappresentanti delle 68 realtà laicali appartenenti alla Cnal, definita da Oana Guerrieri del Movimento dei Focolari «un luogo prezioso di incontro tra gerarchia e laicato per conoscersi e camminare insieme». «La dimensione comunitaria dell’educare è fondamentale: la grandezza di un’associazione sta nel comprendere il dono che sta all’origine e nel viverlo per gli altri», ha ricordato Franco Miano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica. «Dobbiamo riscoprirci come forza di grazia e capace di operare, motivando le scelte e mettendo insieme le energie», ha affermato Pina Masciavè del movimento di spiritualità «Vivere in». Perché con coraggio e ottimismo, senza delegare ad altri ma assumendosi ciascuno le proprie responsabilità, è possibile trasformare l’emergenza educativa in un’occasione di crescita e di condivisione.


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