STORIE DI ORDINARIA VITA CRISTIANA
«Sono consapevole del mio scarso rispetto della puntualità: spesso arrivo in “leggero” ritardo agli appuntamenti. Normalmente uso un bell’orologio leggero e sottile a ricarica automatica in funzione del movimento che quindi non necessita di batterie; unico piccolo difetto è che “ruba” qualche minuto al giorno. Provate ora a sommare il mio ritardo più quello del mio orologio per capire il risultato…
Mia moglie, avendo dato per irrisolvibile la mia conformazione, con delicatezza mi propone di alternare l’utilizzo del mio “bell’orologio leggero e sottile” con un altro a batteria, un po’ più vistoso ma preciso, inutilizzato da tempo perché con la batteria scarica. Io acconsento in quando cambiare ogni tanto fa bene, senza pensare alla precisione dello stesso.
Lei stessa prende l’impegno di dotare di una batteria nuova l’orologio e rapidamente me lo rende disponibile. Io normalmente lo prendo ad indossare per alcuni giorni, poi di nuovo lo dismetto facendole notare che è scomodo, grosso e poi ha il cinturino che si sgancia facilmente dal fermo, rischiando di perderlo, e quindi lo deposito nuovamente nel cassetto pur se ha la batteria nuova.
A mia insaputa lei ritorna dall’orologiaio lamentando il difetto; l’orologiaio le consiglia di cambiare il cinturino con uno più grosso e rigido, in quanto, sostiene chiaramente, il precedente non era idoneo per quel tipo di orologio.
La sera quando rientro a casa mi viene riproposto l’orologio “ammodernato”; quando lo vedo senza valutare niente vado su tutte le furie e mi scaglio verbalmente contro mia moglie, accusandola di superficialità perché si era fatta “imbrogliare” dall’orologiaio facendo una spesa in utile, in totale di 20 euro. Io non l’avrei mai indossato a causa della sua rigidità e voluminosità. Tronco quindi il discorso e prendo le mie giuste distanze da ogni dialogo in merito o di altro tipo, certo della mia ragione.
La mattina successiva però mi sfiora un pensiero: mia moglie, in fin dei conti, aveva fatto solo un atto di amore nei miei confronti mentre io non avevo fatto altro che disprezzarla. Cosi semplicemente decido di indossare l’orologio, anche se nel fare l’operazione mi ritorna la rabbia perché la cinta è proprio grossa e scomoda, ma poi vado oltre e andando verso di lei le chiedo scusa e le do un bacio facendole vedere l’orologio al polso.
Per alcuni giorni continuo ad indossarlo con costanza anche se il fastidio si fa sentire. Dopo alcuni giorni rilevo un accentuato arrossamento, un grosso graffio al polso, dovuto al suo sfregare. Lo faccio vedere a mia moglie che mi consiglia giustamente di abbandonarlo subito. Sembrava che avevo proprio ragione io.
La mattina dopo mentre sto per riporre finalmente lo scomodo oggetto, penso che in fondo sto ricambiando un atto d’amore: ci sarà un modo diverso per indossarlo senza farmi male… La mia caparbietà viene presto premiata: decido di indossarlo sul polsino della camicia e con il quadrante rivolto dalla parte interna del polso.
L’operazione prosegue nei giorni seguenti e mi sembra ben riuscita: non ho più il fastidio, mi sono perfettamente adeguato ad esso… e, forse, sono un poco più puntuale!»
(Giuseppe, Campobasso)
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