Mercoledì delle ceneri
Non cenere qualsiasi…
Oggi riceveremo qualche grammo di cenere sulla testa, ad inizio della
Quaresima.
Che gesto strano…posso capire mangiare il Pane o il Vino
consacrato, ricevere un po’ di olio sulla fronte, sui palmi delle mani,
ma sporcarsi i capelli di cenere, questo no!
La cenere è lo scarto di un
camino acceso, è il letto su cui sono adagiati diversi filtri di
sigarette, è il rifiuto tossico di tanti inceneritori di rifiuti.
Ma dai Signore, perché susciti nella Chiesa certi gesti? Non era più bello iniziare la Quaresima con un petalo bianco di rosa che si posava sui nostri capelli, segno della rinascita che dobbiamo favorire, della purezza a cui siamo chiamati, del candore della santità contrario al rossore livido del peccato? Ammettilo Gesù, sarebbe stato più scenografico…
Quella di inizio quaresima è però cenere speciale: è quella risultante dalla combustione dei rami di ulivo della Domenica delle Palme dell’anno precedente. L’ulivo, pianta ricca di simbologie…
La colomba di ritorno dal volo di perlustrazione fuori dall’Arca, porta a Noè un ramoscello di ulivo, simbolo di vita che rinasce: l’ulivo, simbolo universale di pace, di alleanza rinnovata da Dio con Noè e tutta la sua discendenza. In più, certe tradizioni di antica data vedono la croce di Gesù costruita con legno d’ulivo, segno della riconciliazione tra Dio e gli uomini.
Ma perché a noi deve arrivarci un pizzico di ulivo ridotto a cenere?
Ma dai Signore, perché susciti nella Chiesa certi gesti? Non era più bello iniziare la Quaresima con un petalo bianco di rosa che si posava sui nostri capelli, segno della rinascita che dobbiamo favorire, della purezza a cui siamo chiamati, del candore della santità contrario al rossore livido del peccato? Ammettilo Gesù, sarebbe stato più scenografico…
Quella di inizio quaresima è però cenere speciale: è quella risultante dalla combustione dei rami di ulivo della Domenica delle Palme dell’anno precedente. L’ulivo, pianta ricca di simbologie…
La colomba di ritorno dal volo di perlustrazione fuori dall’Arca, porta a Noè un ramoscello di ulivo, simbolo di vita che rinasce: l’ulivo, simbolo universale di pace, di alleanza rinnovata da Dio con Noè e tutta la sua discendenza. In più, certe tradizioni di antica data vedono la croce di Gesù costruita con legno d’ulivo, segno della riconciliazione tra Dio e gli uomini.
Ma perché a noi deve arrivarci un pizzico di ulivo ridotto a cenere?
Nei meandri della mia mente mi si fa avanti
un’immagine, ricordo dell’infanzia. E’ mia nonna, che getta la cenere
del camino sui vasi di fiori, per concimarne il terriccio.
Sono io quella terra esaurita dallo sfruttamento esagerato del peccato: ho pensato troppo a me stesso senza aprirmi all’altro e così ricevere quanto voleva donarmi.
Non l’ho fatto e mi sono rinsecchito,
insterilito, come una terra sfruttata oltre ogni limite, ormai vicina
all’impossibilità di donare vita.
Ho bisogno allora di chinare il capo,
di dire “ho bisogno di essere nutrito”, di ripartire dall’inizio, dalla
cenere che concima e nutre. Una cenere speciale, quella che nasce da ciò
che simboleggia vita nuova, pace, riconciliazione. Abbasso il capo,
pronto per rialzarlo tra 40 giorni, al mattino di Pasqua.
Rinnovato e
ripieno di Vita in Gesù.
don Giacomo Pavanello
Buon cammino quaresimale fra le braccia della Misericordia...
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