venerdì 22 gennaio 2010

Il ritiro di Gennaio dell’Ordo Virginum

Domenica scorsa 17 gennaio si è svolto a Termoli l’incontro-ritiro mensile dell’“Ordo Virginum”. La catechesi, tenuta da Mons. Gianfranco De Luca, ha riguardato la preghiera.
Pubblichiamo alcuni passaggi molto interessanti che Pina Spicciato ha inviato al “Foglio Notizie” per dar modo anche a noi di meditare e riflettere.

«Il cristiano esiste e scompare con la preghiera. La preghiera nasce dal fatto che io non basto a me stesso. La mia origine è un dono che mi viene dall’alto, da Dio, non da me o dai miei genitori e per questo nasce in me e in ognuno la necessità di rivolgermi a Dio. Tre passaggi interessanti
1) Io sono grazie a Lui;
2) Sono stato affidato in dono;
3) L’atto della mia libertà di chiedere mi fa diventare ciò che sono.
Dio è il fondamento del mio essere e della mia libertà.
Superamento di due tentazioni:
1) la troppa sudditanza mi può portare ad una forma di quietismo, di deresponsabilizzazione:
2) non vedo Dio, quindi io sono Dio a me stesso.

Preghiera di: Adorazione, ringraziamento, richiesta.
Preghiera è parlare con Dio da cui derivano tre momenti essenziali:
1) vivere la Parola;
2) riconoscere il proprio limite quindi confessarsi;
3) audacia del vangelo.

Preghiera significa dimorare in Dio, elevare l’anima a Dio. Pregare è fare silenzio. Pregare è lottare (episodio della lotta di Giacobbe con l’angelo Gen. 32). In ogni incontro con il Signore c’è una benedizione e una ferita, bisogna arrendersi a Dio.
Pregare è morire. È necessario consegnarsi, affidarsi a Dio, uscire nuovi, l’Eucaristia è il compimento delle nostre preghiere lì è un entrare nella vita di Dio.
Preghiera è ascesa. Distacco da sé per entrare nel mistero di Dio. Mosè saliva sul monte Sinai, Abramo sul monte Moria, Gesù sul monte Tabor. Occorre essere in contatto continuo con il Signore che sta qui con noi sempre anche quando siamo deboli e senza forze.
Diceva Santa Teresina anche al passero che non ce la fa più a volare, non viene meno il desiderio di volare: allora si mette in groppa all’aquila. Il passero sono io debole e indifeso, l’aquila è Dio su cui possiamo contare, di cui possiamo fidarci e a cui occorre affidarci e amarlo perché Lui ci ha amati per primo».

Pina Spicciato, Ordo Virginum

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